Vulcano si trova a nord-est della Sicilia e a sud dell'Isola di Lipari da cui è separata dal Canale di Vulcano, ed amministrativamente fa parte della provincia di Messina. L'isola di Vulcano è composta di tre apparati vulcanici: a nord vi è il Vulcanello (123 metri) risultato di un'eruzione del II secolo a.C. e collegato all'isola da una stretta lingua di terreno formatasi dai detriti delle colate laviche; al centro vi è il Gran Cratere o Cono Vulcanico (385 metri) ancora attivo, e a sud si trova il monte Aria (499 metri) ormai inattivo, rappresenta la cima più alta di Vulcano.
Vulcano è un’isola di particolare interesse per i suoi fenomeni vulcanici e postvulcanici. L’altopiano di Vulcano, il più vasto delle Eolie, è circondato da colline che degradano verso il mare. Vulcanello, formata da tre crateri allineati in direzione Nord-Est / Sud-Ovest è costantemente tenuta sotto controllo dall’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania.
L'isola è abitata da circa 450 persone occupate soprattutto nel campo del turismo, in quello termale (l'isola di Vulcano è, infatti, ricca di molte sorgenti di cui molte anche sottomarine) e nella viticoltura.
Cenni Storici di Vulcano
Anticamente Vulcano era considerata dai Greci un'isola sacra ad Efesto (dio dei Vulcani) perché si pensava che l'isola di fuoco" fosse il luogo dove gli Dei forgiassero le loro armi. Vi sono leggende che descrivono il cratere di Vulcano come l'officina d’Efesto nella quale lavoravano i Ciclopi: il nome antico dell'isola era, infatti, Hierà (la sacra) o Hierà Ephaistou (l'isola sacra ad Efesto). L'intensa attività vulcanica dell'isola è sempre stata nota ed impressionò famosi storici come Aristiìotele, Plinio e Senofane. A causa di questa attività si pensa che l'isola non sia stata abitata fino a periodi piuttosto recenti.
Nel periodo di dominazione romana, l'isola di Vulcano era sfruttata per le risorse minerarie (allume di zolfo e legname) e questo sfruttamento durò fino all'epoca dei Borboni.
Dopo la fine del dominio borbonico, nel 1860 lo scozzese Stevenson acquistò la parte nord dell'isola di Vulcano, vi fece edificare la propria villa e v’iniziò la coltivazione dell'uva. Stevenson continuò lo sfruttamento dell'isola fino al 1888 quando una forte eruzione distrusse tutte le attrezzature e costrinse lo scozzese ad abbandonare l'isola.
Negli ultimi tempi l'isola di Vulcano sta riscuotendo molto successo in campo turistico: il periodo di gran notorietà cominciò nel dopoguerra, quando su Vulcano fu girato il film interpretato dalla celebre attrice Anna Magnani (in contrapposizione con quello girato a Stromboli da Rossellini). Altro momento di celebrità dell'isola di vulcano, fu quando il noto personaggio televisivo Mike Buongiorno decise di far costruire a Vulcano la propria villa.
Cucina Tipica di Vulcano
La cucina tipica di Vulcano si differenzia da quella delle altre Isole perché la popolazione si è dedicata alla pastorizia ed alla caccia: troviamo quindi buonissimi formaggi come la ricotta di capra di Vulcano ed il formaggio primo sale di capra. Alcuni piatti tipici sono le frittelle di ricotta, gli spaghetti alla ricotta (conditi rigorosamente con la ricotta tipica di Vulcano), il coniglio in agrodolce, le lumache di mare in brodetto a base di lumache di mare, pomodoro, cipolla e prezzemolo.
Itinerari interessanti, l’interesse principale di un soggiorno nell’Isola è la sua natura vulcanica che non ci abbandona mai, né in terra né in mare. Gli itinerari che descriviamo succintamente, hanno per oggetto, diretto o indiretto, il fenomeno endogeno ed esogeno nelle sue molteplici manifestazioni e gli approcci dell’uomo con il Ciclope.
Vulcano Porto e Vulcanello, a breve distanza dagli attracchi delle navi e degli aliscafi, si erge il Faraglione dove si trovano gli accessi alle gallerie, dalle quali si estraeva lo zolfo e l’allume; dalla sua sommità (metri 56) ci si può rendere conto della conformazione geografica della zona.
Ai piedi del Faraglione la baia delle acque calde, il mare ribolle di fumarole sprigionate dalle viscere del vulcano, a pochi metri dalla medesima costa il laghetto naturale dei fanghi caldi, meta durante tutta l’estate di coloro che immergendovisi ne traggono benefici per reumatismi, artrosi, psoriasi o semplicemente dei benefici ai guasti del tempo sulla pelle; sorge spontaneo il paragone con un girone dantesco, ma se proverete ad immergervi prima nel laghetto e successivamente nel tepore della baia delle acque calde a mare, scoprirete che tra infermo e paradiso la differenza è sottile...
Superando l’istmo che collega Vulcano a Vulcanello la strada ci conduce sino alla Valle dei Mostri, uno dei tre crateri che formano Vulcanello, un anfiteatro craterico il cui fondo è costituito dalla sabbia nera, da osservare con attenzione la delicatezza dei colori delle rocce laviche, le quali secondo l’inclinazione della luce che le colpisce e la prospettiva dalla quale si osservano assumono appunto l’aspetto di mostri. Non ultimo si può godere di un panorama mozzafiato.
Il Gran Cratere, dal molo si prosegue a sinistra, seguendo le indicazioni per il cratere, già dalla strada, osservando la parete del cono, si può notare a mezza costa la presenza di un cratere avventizio e poco oltre una colata d’ossidiana: si tratta di testimonianze dell’eruzione verificatasi verso la meta del ‘700. A circa 1 km. Di distanza un cartello indica la via d’accesso al cratere; il sentiero dal fondo sabbioso s’inerpica lungo i fianchi del cratere, lungo il percorso si possono notare i depositi giallo-grigi di un’eruzione del VI secolo d.C. Nell’ultimo tratto del sentiero, s’incontrano, sulla sinistra, alcune fumarole, in corrispondenza del vecchio sentiero, hanno depositato diverse patine di solfo dal vivace colore giallo.
Eccoci, infine, dopo un ultimo tornante, sul bordo del Cratere della Fossa (o Gran Cratere): ci troviamo, così, davanti ad uno spettacolo da inferno dantesco caratterizzato dai fumi aspri delle fumarole dal pungente odore di solfo.
Percorrendo, in senso antiorario, il bordo craterico, s’incontrano lungo il cammino enormi “bombe a crosta di pane”; dal bordo sud ovest si gode un’ottima visione del campo fumarolico antistante e del bordo interno del Cratere. Dopo aver proseguito il percorso del bordo, si giunge sul versante meridionale: da qui si osservano sulla destra sia il Monte Saraceno sia le pareti della Caldera della Fossa.
Giunti in cima, il punto più alto 391 metri sul livello del mare (contrassegnato da due piloni geodetici), si ha un’ottima visione panoramica dell’intera isola e, in condizioni favorevoli, dell’intero arcipelago delle Isole Eolie.
Vallone Roia, si parte dal primo tornante della strada che dal Porto sale al Piano; da qui un sentiero conduce alla voragine strapiombante lungo la quale ci si cala nel letto del torrente che, raccogliendo le acque del Piano, si è scavato il percorso sino al mare tra vertiginose pareti di roccia. Si raggiunge, quindi, la fonte che gli isolani chiamano ”a Schicciula”, la Goccia, dove si raccoglievano le gocce del più prezioso e raro bene delle isole, l’acqua dolce.
Vulcano Piano e Capo Grillo, il piano è il punto più alto dell’isola, distante km. 7,2 dal Porto percorrendo la strada asfaltata. L’altipiano, che si è formato per riempimento dell’enorme cratere del primo edificio vulcanico, oggi offre un panorama alpestre verdissimo, quasi bucolico, con greggi e casette coloniche.
Dal Piano, seguendo l’indicazione stradale, si arriva a Capo Grillo, una terrazza naturale, che si affaccia sull’incomparabile scenario del mare e dell’intero Arcipelago, anche in condizioni di visibilità poco favorevoli.
Può darsi che da qui si può comprendere perché alcuni lascino ogni cosa e scelgano di vivere su un isola.
Il Gelso, dista dal Piano km 7 e dal Porto Km 14. Dal limite orientale del Piano, una stradina e un sentiero scendono ripidamente al mare, raggiungendo così il piccolissimo villaggio di Gelso e il Faro (ormai in disuso).
Il pendio è costellato dalle casette dei primi Eoliani che si decisero a vivere sulle spalle del Vulcano nell’ultimo scorcio del secolo XIX, coltivando capperi, uva nera e pescando; le dimore di coloro che hanno deciso di stabilirsi e vivere in questo luogo di pace.
Altresì, poco discosta dal porticciolo troviamo la spiaggia dell’Asino oppure al Cannitello in un mare incantevole, di fronte alla costa Siciliana.
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